Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento, 5 novembre 2008 La travolgente elezione di Barack Obama a nuovo Presidente degli Stati Uniti avrà profonde ripercussioni non solo all’interno del suo Paese, ma anche sul piano internazionale. Se pensiamo che fino a qualche decennio fa in alcuni Stati americani i neri non potevano neppure condividere con i bianchi le scuole, i mezzi di trasporto e i locali pubblici, ci si rende conto di quale “miracolo” laico si sia verificato, con l’elezione di un afro-americano alla Presidenza degli USA. I Verdi salutano lo straordinario consenso ottenuto da Barack Obama come una grande prova di democrazia e di maturità civile e come un messaggio di rinnovamento che avrà profonde ripercussioni anche in Europa e in tutto il mondo. La scelta di Obama è una sorta di “miracolo” democratico, ma il nuovo Presidente degli USA non potrà fare miracoli. Dovrà misurarsi con la più spaventosa crisi economico-finanziaria dal 1929 ad oggi, con due guerre ancora in atto (in Iraq e in Afganistan), con gli sconvolgimenti prodotti dalla crisi energetica e dai cambiamenti climatici. Ma proprio su quest’ultimo terreno – quello energetico ed ambientale – Obama segnerà la più forte discontinuità, avendo dalla sua parte l’ex-vicepresidente Al Gore, che ha ottenuto il Premio Nobel proprio per il suo impegno contro i cambiamenti climatici e per nuove politiche energetiche. Mentre il candidato sconfitto John McCain aveva prospettato un fortissimo rilancio della strategia nucleare (ferma negli USA dalla fine degli anni ’70, dopo gravissimi incidenti), il candidato vincente Obama ha dato grande centralità alla strategia del risparmio e dell’efficienza energetica e al massimo sviluppo delle energie rinnovabili e alternative, rifiutando l’opzione nucleare e rilanciando la lotta contro i cambiamenti climatici. E’ proprio sul piano ambientale ed energetico, dunque, che la vittoria di Obama assume un significato emblematico ed esemplare, sulle orme di Al Gore che lo ha sostenuto in tutta la campagna presidenziale. Questa scelta strategica e questa svolta profonda rimetteranno gli USA in primo piano per affrontare le difficili sfide ambientali del nostro tempo, proprio mentre il Governo italiano tenta pateticamente di rilanciare il nucleare e si scontra con tutta l’Europa più avanzata e consapevole per non adottare le misure del Protocollo di Kyoto contro i cambiamenti climatici. Marco Boato |
MARCO BOATO |
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